Dal prossimo 12 settembre sarà possibile presentare le domande per accedere ai contributi messi a disposizione dal bando Parco Agrisolare. Il Ministero dell’Agricoltura ha infatti dato il via libero alla misura, inserita nell’ambito del PNRR, che mette sul piatto un miliardo di euro per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale.
Le domande potranno essere presentate, tramite la piattaforma informatica predisposta dal GSE che sarà accessibile dall’Area Clienti del Gestore, a partire dalle ore 12 del 12 settembre e fino alle ore 12 del 12 ottobre.
Un mese di tempo a disposizione, insomma, per poter accedere ai contributi del bando Parco Agrisolare.
Ma in cosa consiste il bando? L’obiettivo è quello di favorire il ricorso alle energie rinnovabili nei settori dell’agricoltura e della zootecnia, riducendo quindi i costi energetici sostenuti dalle aziende agroalimentari, attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e colonnine di ricarica.
Il bando esclude il consumo di suolo, in quanto si interviene sulla riqualificazione e l’ammodernamento degli edifici esistenti. In questo modo, oltre a produrre energia da fonti rinnovabili, sarà possibile rimuovere l’amianto, laddove ancora presente, e migliorare la coibentazione e l’areazione degli edifici.
I contributi a fondo perduto concessi variano dal 30% all’80% in base alla tipologia di impresa e dell’autoconsumo. Tra le novità, è prevista la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli con potenza fino ad un massimo di 1.000 kWp per impianto e viene raddoppiata la spesa massima ammissibile per sistemi di accumulo fino a 100.000 euro, quella per dispositivi di ricarica fino a 30.000 euro e quella per beneficiario pari ad 2.330.000 euro.
Gli interessati potranno presentare una o, in caso di progetti distinti, più proposte a valere su un’unica categoria di aiuti tra quelli previsti. Gli impianti che otterranno i finanziamenti dovranno essere realizzati e collaudati entro il 30 giugno 2026.